La Magia dei Funghi Psilocybe


Perché i funghi psilocybe sono chiamati magici? È impossibile spiegarlo come si deve se non hai mai fatto esperienza in prima persona della magia che puoi sperimentare durante un viaggio interiore. Sto istigando al consumo? No, i funghi hanno diverse controindicazioni che bisogna conoscere, leggi QUI, inoltre sono molto sfidanti, nel senso che decidere di prenderli e poi assumerli non è così facile, al contrario di quanto accade con droghe realmente pericolose come la cocaina e l’eroina. I funghi sono psichedelici e anche enteogeni, cioè ti aiutano a manifestare la tua psiche e – a volte – ti mettono in contatto diretto con la Divinità; se la seconda è sempre un’esperienza sublime, la prima invece può essere anche molto impegnativa, tra le più impegnative in assoluto che puoi affrontare nella vita. Non è cosa per chiunque.

Eroina e cocaina, le cosiddette “droghe del sistema”, invece ti illudono facendoti sentire sempre molto bene, e ti agganciano innescando una dipendenza psico fisica molto subdola. Coi funghi succede il contrario, loro sono sempre sinceri perché ti mostrano anche i tuoi problemi e le tue incongruenze e non causano nessuna dipendenza di nessun tipo. Questo per dire che chi cade nelle droghe del sistema non vede l’ora di farsi un’altra dose, con i funghetti invece è facile lasciar passare settimane e mesi prima di lanciarsi in un’altra avventura di scoperta interiore.

La pubblicazione del mio libro, e anche gli articoli su questo blog, hanno stimolato molte persone a scrivermi privatamente, con le richieste più diverse, ma soprattutto con il desiderio di condividere le esperienze che hanno fatto e anche semplicemente riflessioni e pensieri sulla loro vita in genere. Sono spesso toccato da quello che leggo, avere una base comune data dalle esperienze così profonde donate dai funghi ci permette un contatto di una qualità umana sincera e davvero speciale. Sono molto grato per questi generosi regali.

Ho appena ricevuto una email di Marco – nome di fantasia – a cui ho chiesto se potevo pubblicarla, perché riporta molto bene il senso di magia che ha fatto sì che i funghi psilocybe venissero chiamati magici. Ma non c’è solo questo, Marco tocca altri elementi preziosi che ho voluto condividere con te che stai leggendo.

Ecco la sua email.

Carissimo Tripson,

dovevo per forza scriverti questa mail, ce l’ho fatta… traguardo 2g secchi raggiunto! È stato nella bellissima e soleggiata giornata di sabato appena passato, con il mio appartamento tutto per me a disposizione; avevo programmato di fare il mio primo vero viaggio dalla settimana precedente, non appena la mia coinquilina mi aveva informato che dopo lo sblocco sarebbe tornata giù dalla sua famiglia per diversi giorni.

Ti starai chiedendo com’è andata, beh, ti dico solo che non riesco a dire quanto l’esperienza abbia superato ogni mia più rosea aspettativa, posso solo dirti che è stata totalmente estatica e che ho sentito DIO dentro di me in tutto quello che ho osservato, visto, toccato e gustato. Ho provato un’immensa gioia per ogni cosa e allo stesso tempo per il nulla, ho potuto osservare e sperimentare la realtà da un’angolatura così divina che mai la mia mente avrebbe potuto concepire, ma che vagamente, allo stesso tempo, aveva il sapore di una vecchia memoria.

Nella fase più intensa ho vissuto dei picchi estatici incredibili, sentivo un’energia irradiarsi dal centro del torace e propagarsi in tutte le direzioni, ero immerso in uno scenario tipo fuoco di energia bianca, difficile da spiegare, ogni tanto rinvenivo e mi accorgevo di emettere vocalizzazioni/versi di piacere, altre mi scoprivo mentre avevo reazioni di folli esplosioni di risate incontrollate. Dopo la fase più intensa sono riuscito con non poca fatica a sbucciare una banana per mangiarla, non riesco ancora a credere come abbia potuto provare una così immensa gioia e piacere non solo per il gusto sublime che aveva, ma addirittura per il solo toccare la buccia del frutto che stavo mangiando.

Ero seduto sulla sedia di fronte alla finestra del terrazzo della zona giorno, che ha davanti il giardino – io sto al primo piano – con uno scorcio molto gradevole già di suo, ma non so come dire… mi sono completamente fuso, tutto era sublimato all’ennesima potenza.

Ricordo di aver pensato che non volevo finisse mai e che non so quante volte ho ripetuto frasi tipo: “È bellissimo, è meraviglioso” e quante volte avrò ringraziato per ciò che stavo sperimentando e vivendo. Sono contento di aver superato le paure che avevo prima di cominciare, e di aver controllato molto bene l’ansia. Quando poi ho cominciato a realizzare l’esperienza ho pianto, tipo come uno sfogo liberatorio per averle provate. Mi dicevo “come si può avere paura di una tale meraviglia?”.

Credo che il fungo mi abbia voluto molto bene e mi abbia ascoltato, ho fatto con lui una specie di patto mentre era in preparazione nel barattolo con il limone, gli ho chiesto “mostrami quello che vuoi, purchè non mi traumatizzi a tal punto da non permettermi di continuare a fare altre esperienze”. Deve avermi preso proprio sul serio perché ha deciso di mostrarmi il meglio, di quanta bellezza siamo circondati e che esiste nel mondo, ma che non riusciamo a vedere, o non riusciamo più a farlo. Chissà, forse fino a 2 o 3 anni di età la realtà la percepivamo proprio in quel modo. Ora so che esiste e non credo che per me sia possibile tornare a vedere il mondo come prima.

Ovviamente non mi sogno che le esperienze saranno tutte così estatiche, qualche lato ombra dovrà pure saltare fuori, ma sinceramente con la fiducia che ora ho nel fungo non mi spavento più, anzi non vedo l’ora di lavorare con i miei lati ombra.

Sono passati tre giorni e sento ancora una strana ma piacevolissima leggerezza che permane nel torace all’altezza dei polmoni, di tanto in tanto è come se si facesse più viva, è come se in quella zona mi fossi alleggerito di qualcosa, anche se non so ancora cosa, è come se mi sentissi più leggero anche in alcuni schemi di pensiero. Mi sento molto bene, a parte il terribile mal di testa durato 2 giorni, ma ho la sensazione che anche quello abbia avuto il suo perché. Mi sento davvero un uomo fortunato e sono talmente grato per come é andata che non puoi capire o anzi, certo che tu puoi! 🙂

Ti chiedo un consiglio dato che io sicuramente sono fin troppo paranoico con sta paura di mancare di rispetto al fungo: che intervalli di tempo suggerisci tra un’esperienza e l’altra?

Per quanto riguarda la dose io pensavo di ripetere almeno un’altra esperienza con 2 g e poi valutare il da farsi, anche se sinceramente non vedo nessun problema nel testarmi con 3/3,5g, naturalmente un tuo parere è sempre oro colato per me, lo sai. Un caro saluto stammi bene 

Caro Marco, come ringraziarti per il tuo racconto? Ho letto con grande emozione la tua storia, l’ho sentita completamente e ti sono grato per avere impegnato il tuo tempo per condividerla con me. Finalmente hai fatto esperienza diretta della magia dei funghi, la pura magia di essere in contatto con la realtà senza la mediazione della “mente discorsiva”, che continuamente mette le etichette su tutto quello che percepisce, impedendoci di vedere le cose per quello che realmente sono. La vita è ovunque, uno splendore indescrivibile, la perfezione è sempre intorno a noi, i funghi ci mostrano tutto ciò. Il dono – temporaneo – che i funghi ci fanno in quei momenti è la Presenza e l’Apertura del Cuore, che sono gli ingredienti necessari per sperimentare il Risveglio, così come ci dicono Salvatore Brizzi e tanti altri grandi insegnanti spirituali.

Come disse la Volpe al Piccolo Principe: “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”; credo che questa affermazione sia comprensibile solo dopo avere vissuto un’esperienza come la tua, vero?

Vorrei sapere: hai usato le playlist con i brani che ti ho suggerito? Nel caso mi puoi raccontare qualcosa sulla tua esperienza della musica con i funghi? Infine, mi permetti di usare il tuo racconto per fare un articolo da pubblicare sul mio blog? Mi piacerebbe che questa esperienza fosse condivisa con più persone, può essere utile a tanti altri.

Vorrei ora rispondere alla tua domanda su tempo e quantità.

Il minimo che consiglio sono due settimane di attesa tra un viaggio e l’altro, un po’ per una questione di tolleranza fisiologica, ma anche per lasciar sedimentare l’esperienza. In realtà il tempo giusto è quello di quando ti senti chiamato, all’inizio potrebbe essere con una frequenza maggiore, poi probabilmente gli intervalli si allungheranno; per me in questo ultimo anno spesso sono passati mesi tra un viaggio e l’altro.

Quanto? Anche qui con il tempo capirai cosa va bene per te, ma per ora devi fare esperienza, quindi le quantità saranno sempre contenute. Per una normale sensibilità fisiologica esiste una soglia che si trova tra i 3 e i 3,5 grammi, e non sono pochi, ma oltre la quale i grammi diventano molto più impegnativi. Leggi il mio ultimo articolo, questo.

Suggerisco incrementi nell’ordine dei 0,5 grammi, per un po’ resta entro i 3, che fretta c’è? L’idea è di sperimentarti in diverse condizioni psico fisiche prima di eventualmente aumentare oltre la soglia che ti ho detto. Non vorrei sembrare eccessivamente prudente, ma io per primo lo sono nonostante abbia sperimentato quantità piuttosto impegnative. Prima di arrivare alla dose eroica è meglio sperimentare, nel frattempo usa la musica per restare entro binari sicuri, poi potrai tuffarti interiormente, dopo che ti sarai confrontato con i funghi per un po’. Mai sottovalutarli, fiducia sì ma rispetto sempre.

A presto, grazie

Eccoti caro Tripson!

A me ha commosso che tu ti sia emozionato e siamo pari :))) Già, anche se non conosco Brizzi e la storia della Volpe e del Piccolo Principe… il senso è proprio quello! Guarda, ti giuro che ho pensato la stessa cosa subito dopo averti inviato la mail, avrei voluto proporti, se volevi, di usare la mail come testimonianza e ne sono onorato. Credo che ogni essere umano dovrebbe poter accedere a questo miracolo e ho pensato a quanto sarebbe migliore il mondo se tutti arrivassero a questa consapevolezza. (…)

Per quanto riguarda la musica devo dire che è stata fondamentale, mi ha accompagnato, anzi, forse è più corretto dire che accompagna l’esperienza, gli dà una guida e una direzione. Se dovessi dirlo con un’analogia, la musica sta all’esperienza come i binari stanno al treno. L’ho trovata utilissima anche nella fase iniziale, quando sei in attesa dell’effetto e sei in ansia, è naturale che ci si senta così, ma nel frattempo te la fai sotto, meno male che la musica mi ha aiutato a stare tranquillo.

Un’altra cosa importante è avere fiducia nel fungo, ma per il novizio che ancora non ce l’ha, più in generale è utile avere fiducia nella natura. Mi spiego meglio, da pochissimo ho scoperto l’agricoltura sintropica – la forest food – oltre che il bellissimo libro di Masanobu Fukuoka “La Rivoluzione del Filo di Paglia. Non so se ne hai mai sentito parlare, in pratica spiega come tutta l’agricoltura classica sia una buffonata inventata dall’uomo perché vuole sentirsi a tutti i costi più intelligente della natura. Ci sono uomini che stanno facendo delle cose meravigliosa con questa  “Agricoltura del Non Fare”, per chiamarla come lo stesso Fukuoka la definisce nel suo testo. Sono letture da fare prima di programmare un’esperienza, sono di una potenza incredibile per sostenere la fiducia nella natura, tra l’altro nel metodo di Fukuoka il fungo ha un ruolo e un’importanza incredibili. Ci sarebbe da parlarne per giorni. (…)

Un caro abbraccio

Nel mio libro su queste meravigliose creature riassumo in una sola parola la loro qualità più importante, il dono più grande che possiamo ricevere: riconnessione.

Un’esperienza fatta in modo consapevole “ferma il mondo”, così come dice Don Juan Matus attraverso le parole di Carlos Castaneda, e questo significa che la mente si ferma e smette di descrivere incessantemente quello che vede, smette di frapporsi fra noi e la percezione diretta della realtà. Questo silenzio interiore ci fa vedere noi stessi in un modo che forse abbiamo percepito solo quando eravamo piccoli, ma ora da adulti con la differenza della consapevolezza di noi stessi. In quei momenti di risveglio ci rapportiamo con l’esterno – e con l’interno – senza filtri, finalmente in grado di cogliere la vita che scorre in ogni cosa. Infine realizziamo che la separazione dentro di noi e fuori di noi sono illusorie, che siamo letteralmente parte di tutto, come il tutto lo è di noi.

La fiducia che la vita ci ama è il miglior intento che può guidarci in un viaggio interiore coi funghi magici, come dice Marco serve fiducia nella natura, e come aggiungo io, perché dalla natura noi proveniamo.

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DM Tripson

DM Tripson ha pubblicato i suoi primi racconti a 15 anni, sicuro di diventare presto uno scrittore, ma dopo qualche decennio speso a fare tutt’altro ci aveva rinunciato. Un giorno ha scoperto i funghi magici, un incontro straordinario di quelli che ti cambiano la vita, infatti è solo con il loro aiuto che ha potuto scrivere tre libri e decine di post su questo blog!

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