Ti sei mai chiesto che cos’è un’esperienza psichedelica? Forse penserai che sia uno stato percettivo indotto dall’uso di una sostanza psicoattiva, per esempio i funghi magici, ma in realtà non è così.
Quello che dirò adesso potrebbe sembrare una provocazione, ma se ci pensi bene vedrai che è proprio così: la nostra percezione della vita, in questo preciso momento, è psichedelica, tanto quanto durante un viaggio coi funghi magici.
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La vita è psichedelica
Psichedelico significa “manifestazione della psiche”, ed è quello che sta succedendo adesso che stai leggendo: tu percepisci la vita attraverso i tuoi filtri, che sono convinzioni, credenze, opinioni, punti di vista, certezze. Quello che percepisci attraverso il primo filtro dei 5 sensi, lo filtri ulteriormente attraverso questi “veli oscuratori”, che fanno sì che per te la vita sia esattamente come la percepisci tu. Non per quello che è, ma per come la percepisci tu, la differenza è rilevante.
Se non che… io la percepisco in modo molto diverso da te, ed è così per ciascuno di noi. E allora come stanno le cose per davvero? Cos’è la vita oltre la soggettività della mia personale psichedelia? Se il mondo che vedo è la manifestazione della mia psiche, oltre l’illusione di Maya che cosa c’è?
Uno strano viaggio allucinante
Ho pensato spesso a che esperienza potrei avere se improvvisamente entrassi nella mente e nel corpo di un altro, se la mia consapevolezza si trovasse ospitata all’interno di un’altra persona: tu riesci a immaginarlo?
Potrebbe essere l’esperienza più allucinante che potresti mai provare, è facile che sperimenteresti un grande disorientamento su tutti i piani di esistenza, quindi fisico, emotivo e mentale.
Potresti sentire tutte le tensioni corporee, che sono la somatizzazione sul piano fisico di quello che il tuo ospite vive a livello emotivo e mentale, ti sarebbero così chiare ed evidenti!
Pensa all’effetto che fa la paura, che chiude e contrae per proteggere, come si ripercuote sulla postura, sul modo di camminare, sull’energia che viene messa, oppure no, nel modo di parlare e di esprimersi. E la mancanza di fiducia nella vita come si esprime nel corpo su tutti i suoi livelli?
Tutto è psichedelico
Immagina di entrare nel corpo di un altro, di abitarlo da dentro e di percepire la sua esistenza dal punto di vista di un ospite estraneo: riesci a immaginare adesso cosa significa “psichedelico”? Tutta la nostra esistenza è la manifestazione delle nostre convinzioni, che ci permeano così profondamente da farle percepire come normali, spesso le uniche possibili, ma ciò è vero e possibile solo per me, perché per chiunque altro sarà completamente diverso, ognuno ha la sua “verità” su cos’è l’esistenza.
L’evoluzione umana
La Legge dell’Attrazione, così come altre leggi esoteriche, è l’affermazione di questa stessa cosa, che noi creiamo la nostra realtà perché la alteriamo, distorciamo, percepiamo solo e soltanto attraverso filtri che sono la nostra convinzione di come sia la realtà. Un passo avanti, che ho compreso durante un viaggio: da un profondo punto interiore noi forgiamo la realtà affinché sia esattamente così come crediamo che debba essere. Nello stesso momento tutto è esattamente così com’è perché ci serve, dobbiamo sperimentare esattamente questo per poterci evolvere verso una maggiore consapevolezza, e di conseguenza trasformare la realtà per il bene di tutti e anche per il nostro.
Chi sono?
Chi è che ha questa percezione dell’esistenza e di me stesso? Io ovviamente, ma io chi sono? Qui ci sono diverse risposte possibili, ma quella che vale per la maggior parte degli abitanti umani del pianeta è questa: io sono la mia personalità, cioè chi credo di essere. Del resto, chi mai altro potrei essere se non me stesso?
Mi è successo in diverse occasioni della mia vita di far fatica a sopportare me stesso, di cercare una pausa e un distacco proprio da quel me stesso che è la mia personalità, che è quella che si sente in un certo modo di fronte alle situazioni, che ha delle convinzioni rispetto alle proprie capacità, che reagisce in un altro modo ancora di fronte a eventi e fatti che accadono, sia nella società che a me personalmente. Chi è che ha questa sensazione di “fastidio”? Forse sono più di uno al mio interno?
In quei momenti è come se avessi vissuto un bad trip, un momento in cui certi pensieri prendono il sopravvento, in cui il mio corpo emotivo si agita, stimola ulteriormente il mio corpo mentale che comincia a dargli manforte, un vortice che soverchia la mia possibilità di metterli a tacere, di fare silenzio…e chi è che desidera silenzio?
Vestiti o nudi?
Non serve a nulla parlare di esperienza psichedelica con le sostanze sacre, il solo modo per capire è provare. L’ho detto, anche se non posso e non voglio istigare all’uso di qualcosa che è proibito qui in Italia, e che inoltre non è adatto a tutti.
I funghi magici espandono e aumentano quello che già c’è, lo portano talmente fuori scala da farci rendere conto di cose che ormai sono talmente usuali da renderci completamente assuefatti. L’abitudine ci fa pensare che il mondo sia così perché è realmente così, quando in realtà è solo la mia personale visione. Non riesco a vedere che questo stato è solo un abito mentale ed emozionale con cui mi sono identificato, ma di cui in realtà potrei anche svestirmi.
I funghi ci mettono a nudo, liberi e aperti alla percezione diretta della vera realtà, che è fatta dalla pura consapevolezza di essere, liberi dalla catalogazione duale che la mente incessantemente fa in ogni momento della vita quotidiana. Noi continuamente mettiamo “etichette” a tutto quello che c’è, vincolandoci a percepire solo quello che pensiamo, non quello che realmente è lì, di fronte a noi.
Dov’è l’identificazione?
Prova a immaginare di essere un ospite estraneo dentro al tuo corpo, di percepire tutti i livelli – fisico, emotivo e mentale – come qualcosa che non sei tu, a sviluppare l’osservatore che vede e osserva senza essere identificato e senza neppure giudicare: questo è il primo importante ottenimento a cui siamo chiamati, perché spostarsi in questo modo comporta l’identificazione di chi realmente siamo con un’entità spirituale che è la nostra anima, la matrice di tutto quello che percepiamo come Universo. Ci spostiamo dall’identificazione con corpo, emozioni e mente a qualcosa di superiore, la nostra anima – chiamalo Sè Superiore, Spirito, la sostanza non cambia, è qualcosa di immortale.
Fai questo esperimento, sii presente a te stesso, ricordati per almeno 5 minuti che ci sei, sai che ti stai alzando dalla sedia, ti ricordi di esserci mentre passi attraverso una porta da un locale all’altro, sai che ci sei mentre stai leggendo, e non arrabbiarti se perdi subito questo “ricordo di te”, è normale, ma sappi che quando non sai di esserci in realtà stai dormendo…non sei nel “qui e ora”.
Il cambiamento di paradigma
I funghi a volte ti spostano così radicalmente da tutto quello tu che credi di essere che l’esperienza ti cambia per sempre. Ti fa sperimentare che “tu” non sei il tuo corpo e i tuoi pensieri. Questo succede a molti malati terminali (le ricerche dichiarano circa l’80%, un valore enorme) che assumono psilocibina in un contesto assistito da personale specializzato, con il giusto set & setting. Passa la paura della morte, si dissolve l’ansia della fine imminente, sboccia la riconciliazione con se stessi e con la vita, momenti davvero straordinari prima di quel passaggio inevitabile per tutti che è la conclusione della nostra vita terrena.
L’esperienza psichedelica indotta da una sostanza come i funghi psilocybe ha la forza di mostrarti che tu non sei le tue percezioni, ma sei chi percepisce, e quando il miracolo avviene, in quello stato di grazia che i funghi spesso donano, scopri la Bellezza straordinaria di tutto quello che c’è, che è perfetto, che è un gioco cosmico incredibilmente complesso e contemporaneamente semplice. La dualità si fonde nella comprensione paradossale che integra gli opposti, non c’è più giudizio ma infinita compassione, davvero tutto è perfetto.
Tornando al punto iniziale, cioè immaginare di abitare qualcun altro, lontano dal volerlo trasformare in un’esperienza allucinante, proviamo a farla diventare la comprensione di come l’esperienza psichedelica possa fare lo stesso dentro noi stessi, per farci accorgere di come l’identificazione con il nostro corpo fisico e la nostra personalità siano una fase necessaria ma assolutamente illusoria e fortunatamente transitoria. Dove ci porta questa comprensione? Difficile dirlo se non ne hai mai fatto l’esperienza diretta, ma in questo è racchiuso il senso della vita, che è crescere, portare la nostra identificazione dal corpo fisico all’anima, così com’è raccontato da tutte le tradizioni religiose e spirituali, da sempre.
La vera mappa psichedelica
La mappa del mondo psichedelico è la stessa del nostro mondo interiore, fatta da quel 95% di inconscio che ci guida ogni momento malgrado i voleri della nostra personalità. Dosi adeguate di funghi ci mettono in contatto con quella parte di noi che resta nascosta dal continuo rumore di fondo dei nostri pensieri, rendono visibile e ben evidente la nostra profondità sconosciuta, che potrà essere piena di gioia o di terrore, a volte l’alternanza di uno e dell’altro, ma solo così potremo portare luce nelle nostre zone più oscure per integrarle.
Lo diceva anche Jung che il vero lavoro è guardare bene negli occhi le nostre ombre, non immaginare luci celestiali. Il fungo è un alleato che ha la saggezza per mostrarci al momento giusto la cosa che siamo pronti ad affrontare, che sia una grande gioia – che ci dà forza – o un grande dolore – perché abbiamo la forza per guardarlo senza scappare.
Come navigare nell’esperienza psichedelica
Non posso controllare il viaggio psichedelico, ma guidarlo sì, per imparare a farlo serve l’esperienza che ti fai una volta dopo l’altra, quando comprendi che il fungo ti sosterrà sempre in qualsiasi sforzo sincero di evoluzione e per superare i tuoi limiti, ma che invece ti abbatterà quando lo sforzo è fatto per puntellare l’ego e sostenere le illusioni della personalità. Sì, c’è una saggezza benevola nel fungo, che vuole solo il tuo bene, perché i benefici poi saranno per tutta l’umanità.
La parola chiave
Hai fiducia nella vita? Oppure ti consideri vittima delle circostanze? La risposta a questa domanda determina il tuo punto di partenza nell’avventura con le piante sacre, se ti consideri una vittima questa sarà probabilmente una delle prime lezioni che imparerai: tutto dipende da te, niente succede per caso, tutto è interconnesso, come una specie di gigantesco puzzle cosmico.
Se invece hai fiducia che la vita ti ami e che ti proporrà solo quello che ti serve per crescere, il tuo viaggio è già bene impostato, l’avventura sarà esattamente quello che è, meravigliosa.
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