Che cos’è il microdosaggio di sostanze psichedeliche? Come si fa? A chi serve? E a cosa serve? In questo articolo sono certo che troverai molte più informazioni di quelle che puoi immaginare su questo argomento così interessante e intrigante, cioè su come usare le sostanze psichedeliche per stare meglio ma senza alterare lo stato di coscienza.
Contents
Strumento di cambiamento
Il microdosaggio con i funghi magici – e con gli psichedelici in generale – è una pratica di sostegno al cambiamento fisico, emozionale e mentale, che sta avendo una grande diffusione. Infatti è quasi senza controindicazioni, ma purtroppo è illegale. Attualmente è una delle frontiere della ricerca psichedelica in corso nei laboratori inglesi e americani, si stanno definendo le basi per lo studio di nuovi medicinali psichiatrici che saranno il futuro dell’assistenza sanitaria mentale. Io sostengo che la natura sia perfetta così com’è, non servono farmaci sintetizzati in laboratorio, ma i medici allopatici sostengono l’esigenza di avere prodotti il cui contenuto di principio attivo sia precisamente dosato e certificato. Nei prodotti naturali ci sono tante sostanze che lavorano in sinergia con il principio attivo, ma questo importante motivo che farebbe preferire il prodotto naturale viene regolarmente ignorato, il motivo si può facilmente immaginare ed è ovviamente di convenienza economica.
Definizione
Microdosing o, in italiano, microdosaggio. Questo termine si riferisce all’uso di sostanze psichedeliche assunte in quantità inferiori alla soglia dell’effetto psicoattivo. Ma perché mai si vorrebbe prendere una sostanza, normalmente usata per viaggiare, in quantità così piccole da non fare nessun effetto evidente? Se questa pratica si sta diffondendo un motivo ci sarà, e questo articolo vuole esplorare i metodi e le applicazioni di questa moderna modalità di assunzione.
La pratica del microdosing
Più che una modalità si dovrebbe definirla una pratica, in quanto richiede di essere portata avanti per un ciclo che dura diverse settimane, con assunzioni regolari e distanziate nel tempo. Ma prima di entrare nel dettaglio di come si faccia la pratica di microdosaggio, vediamo quali sono i motivi per cui si assume una quantità i cui effetti sono subliminali, quindi non evidenti ma comunque percepibili.
Nessuna ricerca scientifica
I primi riferimenti rivolti a un pubblico più ampio sull’uso di psichedelici in bassissimi dosaggi si trova nel libro di James Fadiman “The Psychedelic Explorer’s Guide”, purtroppo non disponibile in italiano, ma consigliato per chi conosce l’inglese.
Il libro è stato pubblicato nel 2011, allora non c’erano ricerche sistematiche e approfondite sul microdosaggio, ma anche adesso, quasi 10 anni dopo, non sono ancora disponibili risultati ufficiali, so che stanno conducendo interviste e stanno sperimentando, ma ancora nessun risultato formale su base scientifica.
Da dove arriva allora la fama di questa pratica? Si basa solo su risultati “aneddotici”, cioè sui racconti di innumerevoli sperimentatori che hanno raccontato le loro esperienze al di fuori di laboratori e ricerche ufficiali. Sappiamo che gli psichedelici sono illegali, nella stessa tabella in cui la legge inserisce droghe pesanti decisamente pericolose – come eroina e cocaina.
I pericoli delle droghe pesanti
Per qualche lettore forse mi ripeterò, ma non posso non evidenziare alcune caratteristiche peculiari dei funghi “allucinogeni” – e dell’LSD – rispetto alle droghe che sono nella stessa categoria di legge. Eroina e cocaina hanno un potenziale di abuso, inducono dipendenza fisica e psicologica, danno assuefazione, cioè per sentire gli stessi effetti richiedono di aumentare la dose e la frequenza di assunzione, infine hanno un rapporto tra dose attiva e dose letale molto pericoloso. Se smetti di assumere queste droghe hai durissime crisi di astinenza, sia fisica che psicologica, sono ben note le pesanti crisi che attraversano i tossicodipendenti quando non riescono a trovare la dose quotidiana, così impegnative che smettere senza aiuto esterno è impossibile per la maggior parte di essi.
Le qualità delle sostanze psichedeliche
Gli psichedelici classici, funghi magici e LSD, non hanno nessuno di questi problemi. Nessuna dipendenza e nessuna assuefazione – anzi, succede l’esatto contrario, se li assumi più di una volta alla settimana non fanno effetto, e quindi non esiste nessuna crisi di astinenza; è frequente che chi si avvicina ai funghi o all’LSD non li userà mai più, appena provati smettono per sempre. Il bad trip (brutto viaggio) che può sperimentare chi li prende senza sapere bene di cosa si tratta, quasi sempre è tra le più brutte esperienze della vita, da non ripetere mai più. Ma eclatante è il dato sulla tossicità: il rapporto tra dose attiva e dose letale è così favorevole che è praticamente impossibile morire per overdose di psichedelici. È noto il caso di una donna che assunse inavvertitamente una dose di LSD sufficiente per far viaggiare intensamente oltre 500 persone, senza conseguenze fisiche, anzi, nel suo caso guarì definitivamente da seri disturbi psichiatrici.
NON è il caso di provarci ovviamente, sicuramente è stata fortunata, il suo viaggio è stato durissimo da tutti i punti di vista, sia fisico che psichico, meglio evitare accuratamente. Ma le sostanze psichedeliche non sono nocive, per rischiare di morire – ma senza essere certo di riuscirci, dovresti mangiare una quantità di funghi che non riusciresti a far entrare nello stomaco, quindi i pochi grammi che si usano per viaggiare non presentano rischi di nessun tipo per chi è in normali condizioni di salute psico fisica.
Controindicazioni
Ma ci sono controindicazioni? Sì, sia fisiche che psicologiche, e devo ripeterle: problemi cardiaci, epilessia, funzioni epatiche anomale e gravidanza per quanto riguarda le questioni di salute fisica, mentre precedenti psichiatrici personali e familiari sono la più importante controindicazione psicologica, insieme a turbe emotive, borderline e disturbi bipolari della personalità. Con questo non voglio dire che i funghi non possano essere adatti a curare queste patologie, ma richiedono specialisti medici in un contesto adatto, che purtroppo per legge non possono esserci, quindi di fatto tutte queste controindicazioni sono tassative, altrimenti si rischia la vita o guai psichiatrici peggiori di quelli che si vorrebbero curare.
Fatto il mio dovere di avviso – importante – proseguiamo per vedere in quali casi il microdosaggio può essere utile.
Applicazioni insospettabili del microdosing
Comincio con le applicazioni più inusuali e insospettabili, davvero controintuitive se si hanno in mente gli effetti intensi di una dose standard sia di funghi che di LSD: le pratiche sportive. Soprattutto negli USA sono numerosi i praticanti di sport estremi che usano il microdosaggio per alzare il livello delle loro prestazioni; anche in questo caso non ci sono dati certificati, ma le affermazioni di chi usa questa pratica sono molto intriganti. Questi super sportivi, che praticano per esempio arrampicate alpinistiche (non solo libere su ripide pareti rocciose ma anche gli 8.000 metri himalayani), snowboarding, downhill in bicicletta, gare acrobatiche in motocross, fuoripista estremi con gli sci, parapendio e deltaplano, base jumping e volo alare, tutti affermano di avere avuto notevoli benefici dall’assunzione regolare di psichedelici microdosati.
Super poteri!
Cosa permette di ottenere il microdosaggio a questi atleti che costantemente cercano il superamento dei propri limiti? Acuità sensoriale per esempio, quindi maggiore chiarezza visiva e migliore percezione dei colori, poi un incrementato senso dell’equilibrio fisico, chiarezza mentale e maggiore concentrazione, forte motivazione, rilassamento, energia fisica e aumentata resistenza alla fatica. Sembra incredibile ma è vero; ovviamente si tratta di atleti allenati che lavorano a livelli inimmaginabili per un dilettante, non si tratta di una capsula magica, ma di uno stimolo che permette di affinare sensi e prestazioni già ad altissimi livelli.
Secondo le testimonianze raccolte in questi ultimi 40 anni di utilizzo del microdosaggio negli sport estremi “underground”, gli psichedelici (funghi e LSD) possono aumentare i tuoi riflessi fino “alla velocità della luce”, migliorare l’equilibrio fino alla perfezione, aumentare la tua concentrazione fino a sperimentare la “visione a tunnel”, rendendoti insensibile alla debolezza o al dolore. Questi effetti sono realmente leggendari nella comunità degli sport estremi underground, sono opinioni universali e senza controversie, tutti concordano.
È interessante notare le somiglianze tra queste prestazioni atletiche mentre si trovano in uno stato di coscienza espansa dal microdosaggio e le descrizioni che a volte gli atleti professionisti danno di “Essere nella Zona”, un mitico “stato” acuto di perfezione in cui questi atleti riportano effetti molto psichedelici, come il rallentamento del tempo e straordinarie imprese di coordinamento istantaneo senza pensare. Infatti anche gli atleti e gli individui normali – non microdosati – hanno gli stessi effetti nei momenti di intensa scarica adrenalinica, come per esempio nella classica risposta “fight or flight”, lotta o fuga, dove sperimenti uno stato di percezione decisamente fuori dell’ordinario, sia in termini di velocità di pensiero che di risposte fisiche.
All’interno del range di microdosaggio – che vediamo meglio proseguendo – questi risultati sportivi sono ottenuti con quantità sulla soglia dell’effetto psicoattivo, mentre le altre applicazioni di cui ti racconto ora prevedono quantità di sostanza inferiori.
Microdosaggio per chiunque
Il microdosaggio è forse più conosciuto per gli effetti meno estremi ma forse più concreti e interessanti che può ottenere chiunque all’interno delle proprie attività quotidiane. Concentrazione, empatia e socievolezza, rilassamento, senso di pace, creatività, introspezione, miglioramento dell’umore e problem solving. Forse potrebbe fare più impressione la percezione del “rallentamento del tempo” degli atleti, che permette loro di percepire dettagli altrimenti nascosti delle loro performance sportive, ma credo che il valore di quelli che ho appena elencato sia di gran lunga maggiore e soprattutto più accessibile a chiunque.
La pratica vs. le ricerche
Non ci sono ancora dati scientifici che spieghino esattamente cosa succede a livello fisiologico perché chi pratica il microdosing spesso sperimenti questi cambiamenti, ma non è importante, le ricerche sono in corso e i risultati arriveranno, nel frattempo ci sono i pareri di tanti che usano le microdosi, e secondo me valgono più di qualsiasi dato di laboratorio.
Si conoscono sempre meglio i dati di funzionamento del cervello quando si assume una dose standard di psilocibina, i dati della Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) rilevati all’Imperial College di Londra mostrano che il cosiddetto Default Mode Network si allenta, e contemporaneamente vengono stimolate zone cerebrali a funzionare di più e con un maggior numero di connessioni con altre zone cerebrali altrettanto stimolate. Questo con una dose psicoattiva, ma vedendo gli effetti avrebbe senso pensare che qualcosa del genere, su scala minore, possa succedere anche con il microdosing.
Gli effetti soggettivi
Cosa succede dentro di noi quando facciamo questa pratica? A prescindere dai risultati specifici, che sia l’empatia o la concentrazione, è come se il nostro “punto di vista” sulla vita si spostasse leggermente, uscisse cioè dalla visuale standard che ci fa vedere le cose sempre nello stesso modo. Basta uno scostamento millimetrico perché una freccia scoccata arrivi a destinazione in un punto molto diverso dal solito. Questo cambiamento percettivo riguarda tutti gli aspetti della nostra vita, dai ragionamenti alle emozioni, dalle convinzioni alle sensazioni, una variazione anche minima su tutti questi fattori può determinare cambiamenti sorprendenti in tutti gli ambiti della vita. Questo è il lavoro sottile del microdosing con gli psichedelici.
Il cambiamento dell’umore e delle reazioni emotive è forse il campo in cui si vedono le maggiori differenze, spesso ci si accorge all’improvviso che certe nostre reazioni sono diventate diverse dal solito. Un’amica mi diceva: “improvvisamente mi sono accorta che una situazione, che si ripeteva regolarmente nella mia vita e che mi faceva sempre incaxxare, ora mi trova distaccata, mi sono accorta con grande sorpresa che non mi scatta più la rabbia!”. Diverse persone mi hanno riferito che si sono accorti che certi meccanismi emotivi erano improvvisamente cambiati, e la reazione di tutti invariabilmente è stata la sorpresa.
Potrei raccontare diversi aneddoti e sarebbero comunque solo storie di seconda mano, ma davvero ho sentito racconti stupendi che avevano tutti in comune un cambiamento in meglio da diversi punti di vista: fisico, emotivo e mentale. In questi tempi difficili forse il cambiamento più evidente è nella depressione, ho sempre visto un alleggerimento, come un prendere le distanze interiormente, credo anche che questa sia la caratteristica più nota del microdosaggio con psichedelici, per questo l’ho lasciata alla fine.
Come fare microdosing
Come si fa il microdosaggio coi funghi “allucinogeni”? Ho dedicato un capitolo nel mio libro a questo argomento, qui riporto i punti essenziali perché tu sappia quello che ti serve, se vorrai approfondire vai a vedere QUI.
Qualsiasi microdose comporta l’assunzione di una quantità di funghi o tartufi, freschi o secchi, il cui contenuto di principio attivo sia inferiore alla soglia oltre alla quale provoca effetti psico attivi, cioè psichedelici. Le quantità di cui parliamo non ti faranno avere alterazioni sensoriali e percettive, ma possono arrivare soltanto al punto in cui hai la sensazione, anche chiara e netta, di avere assunto qualcosa, ma senza variazioni sulla percezione sensoriale. Detto semplice, non vedrai colori strani o le pareti di casa che respirano.
La quantità
La soglia psicoattiva varia a seconda della sensibilità individuale, ma il valore medio sopra il quale inizia l’effetto psicoattivo è pari a circa 5 milligrammi di psilocibina e/o psilocina. Questo principio attivo è contenuto sia nei funghi che nei tartufi magici, ma le quantità che lo contengono sono diverse a seconda di quello che abbiamo a disposizione; per esempio nei funghi secchi (Psilocybe Cubensis) 5 milligrammi di principio attivo sono contenuti in circa mezzo grammo. Dato che il microdosing prevede una quantità non psicoattiva, il limite massimo che si assume è pari a grammi 0,4. Questa soglia superiore è probabilmente consigliata solo agli sportivi, mentre per tutti gli altri casi la dose raccomandata è pari a grammi 0,2 di funghi ben essiccati, inutile eccedere perché è più facile provare fastidi, che ora descrivo meglio.
Ogni quanto si assume la microdose
Come funziona il ciclo di microdosaggio? Il mattino a stomaco vuoto assumi 0,2 gr, di funghi secchi, subito dopo fai colazione, meglio mangiare qualcosa per ridurre la possibilità di provare fastidio. L’assunzione viene fatta ogni 72 ore (cioè se avessi assunto la capsula stamane, domani no, dopodomani no, il giorno successivo sì). Il ciclo dura 10 settimane, poi smetti. Se vorrai ricominciare suggerisco di aspettare qualche settimana, non perché ci siano problemi, ma solo per sperimentare la differenza, anche questo è utile.
Non è obbligatorio mangiare, ti consiglio di fare delle prove, ma ho visto che quasi sempre mettere qualcosa nello stomaco alleggerisce gli eventuali effetti che potresti sentire. Di che effetti si tratta? Non psichedelici, assolutamente, ma piuttosto un senso di irrequietezza, fisicamente potresti avere come una sensazione di leggera ansia, localizzata magari nel torace e/o nelle braccia, oppure provare emozioni con maggiore intensità, sia positive che negative. Stai tranquillo, agitarsi non farà che aumentare queste sensazioni, inoltre non è detto che tu le debba provare per forza, spesso non sentirai nulla, oppure lo sentirai le prime assunzioni e poi non succederà più, di sicuro se le provi di certo passano entro 3 ore al massimo.
Ancora sulle controindicazioni
Controindicazioni? Sì in caso di problemi cardiaci seri, oppure se stai prendendo farmaci, ma quest’ultima cosa la dico solo per scrupolo (e perché non sono un medico), perché si tratta di una quantità di funghi così piccola che è quasi da escludere che possano esserci interazioni pericolose, si tratta di una quantità di psilocibina nell’ordine del singolo milligrammo. Ma dato che non sono un medico e quindi non devi darmi retta, chiedi allo specialista che ti ha prescritto quello che stai assumendo.
Ho scritto che il microdosing è una pratica, infatti ricordarsi di assumere ogni 72 ore la capsula e osservare sé stessi sono due elementi che richiedono disciplina e auto osservazione, il minimo indispensabile per poterlo definire un lavoro su sé stessi. Per aumentarne l’effetto trasformativo e sostenere l’evoluzione personale suggerisco di includere in questa pratica anche quella del diario giornaliero.
Il diario giornaliero
La pratica del diario giornaliero è preziosa e utile sempre, a prescindere dal microdosaggio, e consiste nel prendersi da 5 a 15 minuti ogni sera per scrivere sulla giornata appena trascorsa, più qualche annotazione per l’indomani. Prendi un quaderno nuovo e una penna – non farlo sul computer perché scrivere a mano ha un valore diverso e molto più profondo, poi ogni sera ripercorri la giornata a ritroso, cioè parti dal momento presente e torni indietro, e non come verrebbe più facile, cioè ripercorrere la giornata in senso cronologico dal mattino alla sera. Puoi dividere i fatti del giorno in tre tipologie: fisico, emotivo e mentale. Annota quello che è successo durante il giorno appena trascorso facendolo ricadere in una categoria a scelta. Alcune situazioni possono essere descritte in tutte e tre, altre no, vedi tu come fare al meglio questa pratica. Per esempio: sono caduto e mi sono fatto male al ginocchio per il fisico; per l’emotivo dico che questa caduta mi ha fatto spaventare e rendere conto di come sono distratto; per il mentale descrivo le riflessioni sulla transitorietà delle cose, come la caduta mi ha fatto sentire fortemente che nulla deve essere dato per scontato, tutto può cambiare in un istante. E così via.
Perché ti consiglio fortemente questo diario? Se il microdosaggio già ti stimola ad essere più presente a te stesso, la pratica del diario quotidiano sostiene e rende evidente a te stesso questo lavoro di auto osservazione, ti permette di cogliere le differenze che altrimenti potrebbero passare inosservate; sarà uno strumento prezioso quando lo rileggerai, è sicuro che ti accorgerai di differenze e cambiamenti che altrimenti sarebbero passati inosservati, ci sarebbero stati ma tu non li avresti percepiti. È bello vedere queste differenze, sono un sostegno e una gratificazione che ti aiuta a perseverare, con o senza microdosi.
In conclusione
Il microdosaggio è un approccio dolce per chi non se la sente di fare l’esperienza più impegnativa di una dose standard, ma è una pratica di auto osservazione e disciplina anche per chi non ha problemi a navigare nelle profondità psichedeliche. Io infatti faccio entrambe, sia i viaggi che periodi di microdosing, sono due pratiche diverse ma complementari, insieme sono strumenti potenti per fare un percorso di conoscenza di sé.
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Ottimo articolo, ho letto anche il libro e devo dire che fra i tanti che ho letto sull’argomento, questo mi sembra ad un livello molto alto, sia per la chiarezza che per l’ onestà. Ottimo.